Il business viaggia tra l’Italia e i paesi del Mediterraneo aprirà il lavori il presidente del Banco di Napoli Maurizio Barracco

VENERDÌ 6 GIUGNO ore 9.30 — Napoli, Sala delle Assemblee Napoli via Toledo, 177 , “Opportunità business tra l’Italia e il Mediterraneo” Convegno sulle opportunità legate all’apertura internazionale verso il Mediterraneo, promosso da Fondazione Emdc (Centro Euro-mediterraneo per lo sviluppo delle Micro, Piccole e Medie imprese), Srm e dal Banco di Napoli e con la collaborazione della Camera di Commerciò di Napoli. Introduce Muirizio Barracco presidente Banco di Napoli. Saluti: Maurizio Maddaloni, presidente Camera di Commercio di Napoli; e Alberto Meomartini, vice presidente della Camera di Commercio di Milano e consigliere Fondazione Emdc. Relazioni: “Il contesto delle relazioni economiche fra Pmi italiane e dell’area mediterranea” di Massimo Deandreis, direttore generale Srm; I distretti industriali ed il tessuto imprenditoriale del Mezzogiorno: opportunità di business e cooperazione economica con il Mediterraneo” di Salvio Capasso, responsabile Area studi Imprese e Non-profit Srm; “Il ruolo della contrattualistica nelle transazioni internazionali” di Fabrizio Colonna, comitato esecutivo Asia, Associazione Studi legali associati; “I servizi per l’internazionalizzazione delle pmi nel quadro d’azione dell’Emdc” di Federico Bega, dirigente Aree strategiche Promos e Chief operating officer Fondazione Emdc; “Rafforzamento istituziona-le per la governance economica nei paesi mediterra-nei” di Renata Pavlov, direttore Mena Oecd (Organizzazione per lo sviluppo della cooperazione economica, settore Middle East-North Africa) Governance programme centre. Country presentations: Hatem Zaki, head of the Non-financial services, Social fund for development, Egitto; Hana Uraidi, director Cross-Cutting support, Jordan enterprise development corporation, Giordania; Houssam Fathi, head of Cooperation services, National Agency for the Promotion ofSmall and Medium enterprises; Marocco; Maher Agrebi, vice director of Statistics and Monitoring business condi-tions, Agency for the Promotion of Industry and In-novation, Tunisia.
31-MAG-2014

Avvocato Stefano Sorvino

Intervista al commissario dell’Autorità di Bacino Stefano Sorvino in merito alla regolamentazione dell’attività estrattiva nei corsi d’acqua

L’estrazione dei materiali litoidi è vietata, a meno che non si tratti di estrazioni collegate ad interventi necessari alla messa in sicurezza delle aree, al mantenimento ed al ripristino della sezione utile di deflusso, alla conservazione dell’efficienza delle opere idrauliche, alla tutela dell’equilibrio geostatico e geomorfologico delle aree circostanti

La Regione Campania ha emanato con una delibera le linee guida per le asportazioni e movimentazioni di materiali litoidi connesse ad interventi di manutenzione degli alvei, con possibilità di recupero economico, nelle more che le Autorità di bacino disciplinino in maniera specifica la materia, con elementi di maggior dettaglio sulla base delle peculiarità di ciascun reticolo idrografico.

Pertanto, in attesa di un’apposita e compiuta disciplina di competenza delle Autorità di bacino, l’estrazione dei litoidi dai corsi d’acqua può essere autorizzata dalla Rgione, previo parere preventivo delle Autorità di bacino, in regime di concessione all’impresa aggiudicataria degli stessi interventi manutentivi, dietro corresponsione del vigente vìcanone demaniale.

“Sino a quando non saranno adottati i piani di bacino nazionali, interregionali e regionali, previsti dalla legge 18/5/1989, n. 183, i provvedimenti che autorizzano il regolamento dei corsi dei fiumi e dei torrenti, gli interventi di bonifica ed altri simili destinati ad incidere sul regime delle acque, compresi quelli di estrazione dei materiali litoidi dal demanio fluviale e lacuale, devono essere adottati sulla base di valutazioni preventive e studi di impatto, redatti sotto la responsabilità dell’amministrazione competente al rilascio delle autorizzazioni e delle concessioni al rispetto preminente del buon regime delle acque, alla tutela dell’equilibrio geostatico e geomorfologico dei terreni interessati, alla tutela degli aspetti naturalistici ed ambientali coinvolti dagli interventi progettati”.

Per la manutenzione idraulica, ai sensi della legge n. 365/2000 le Autorità di bacino sono state incaricate di rilevare le situazioni di maggior pericolo, incombente e potenziale, ed identificare gli interventi di manutenzione più urgenti, tra cui si riportano “le situazioni di impedimento al regolare deflusso delle acque, con particolare riferimento all’accumulo di inerti e relative opere di degradaggio, anche lungo lotti diversi”.

Lo svolgimento delle funzioni dell’Autorità di bacino è un compito assai delicato con l’attuale normativa vigente, il compito, infatti di tale organo sta nel mantenere stabili posizioni di equilibri instabili tra territorio sinora consumato da interessi economico-imprenditoriali e sicurezza idrica del territorio stesso.

In questa Prospettiva, le Autorità di Bacino rivendicano la necessità di un effettivo raccordo tra la pianificazione e gestione delle attività di cava ed i profili pianificatori relativi all’assetto idrogeologico ed alla tutela dei corpi idrici superficiali e sotterranei nei bacini idrografici, che rappresentano profili primari di governo dell’ambiente e del territorio.

Al termine dell’intervista le nostre impressioni sul ruolo svolto dall’Avvocato Stefano Sorvino sono di stupore una materia tanto semplice dinamica e variabile costretta da una normativa altrettanto labile e soggetta a troppe e varie interpretazioni di soggetti diversi avrebbe bisogno di una chiara individuazioni delle responsabilità in mano solo a soggetti competenti così come ha dimostrato di essere l’avv. Stefano Sorvino.

guerriglia-gardening

Tra Guerriglia Gardening e Ingegneria Naturalistica

Oggi Roma si appresta ad ospitare il raduno nazionale di guerrilla gardening italiano

Con guerrilla gardening si intende una forma di giardinaggio politico, una forma di azione nonviolenta diretta, praticata soprattutto da gruppi ambientalisti. Questi movimenti sono solitamente legati alla permacultura o alle problematiche riguardanti i diritti della terra. Gli attivisti rilevano un pezzo di terra abbandonato, che non appartiene loro, per farci crescere piante o colture. Certi gruppi di guerrilla gardening compiono le loro azioni (attacchi) durante la notte, in relativa segretezza, per seminare e prendersi cura di un nuovo tappeto vegetale o tappeto fiorito. Altri lavorano più apertamente, cercando di coinvolgere le comunità locali. Si è sviluppato nella forma di attivismo pro-attivo o pro-attivismo.  Approfondisci

 

guerriglia-gardeningGuerrilla Gardening è un gruppo aperto a tutti, un gruppo di appassionati del verde che ha deciso di interagire positivamente con lo spazio urbano attraverso piccoli atti dimostrativi, quelli che gli attivisti chiamiamano “attacchi” verdi. Guerrilla Gardening si oppone attivamente al degrado urbano agendo contro l’incuria delle aree verdi. L’attività principale del gruppo è quella di rimodellare ed abbellire, con piante e fiori, le aiuole e le zone dimesse o dimenticate della città. Il movimento è nato in Italia nel 2006 grazie ad un gruppo di giovani milanesi, fondatori di GuerrillaGardening.it, che ancora oggi segue e consiglia i gruppi indipendenti sparsi in tutta Italia. La popolazione cittadina risponde bene, alcune aziende di giardinaggio aiutano questi attivisti con consigli e donando piante e materiali pro-causa, altri si limitano ad applaudire e ad apprezzare le azioni dei “guerriglieri”.

 

La guerriglia gardening è un nuovo modo per riappropriarsi degli spazzi cementificati delle nostre città. La natura e il suo parziale o totale riqualificazione sono alla base dell’ingegneria naturalistica per una gestione sostenibile dei dissesti idreogeologici.

 

L’avvocato Stefano Sorvino Commissario Straordinario dell’Autorità di Bacino Campania Sud nel libro Appunti da un’Autorità di Bacino espone bene le potenzialità dell’applicazione dell’ingegneria naturalistica per la gestione ed in alcuni casi la risoluzione di dissesti ideogeologici.

Il commissario dell’Autorità di Bacino scrive: “L’ingegneria naturalistica, come attualmente conosciuta e normata, è una disciplina tecnico-scientifica che prevede svariati ambiti di applicazione, con diverse categorie e tipologie di intervento, che spaziano dalla difesa del suolo alle bonifiche al recupero ambientale di cave e discariche; dalle infrastrutture di trasporto alla rinaturalizzazione in particolare nei parchi e nelle riserve naturali; dalle opere idrauliche alle componenti di valorizzazione ambientale a fini turistici, fino agli interventi di protezione civile…

…. Le metodologie naturalistiche devono essere privilegiate nella progettazione degli interventi per il loro minore impatto ambientale e per l’assenza di effetti invasivi rispetto a quelli delle opere tradizionali in muratura e calcestruzzo. Le possibilità di impiego di tali tecniche non sono illimitate rispetto alle molteplici fattispecie progettuali, in quanto gli interventi di ingegneria leggera non sempre risultano utilizzabili per risolvere i problemi di carattere strutturale. Queste modalità di intervento “soft” perseguono l’obbiettivo fondamentale di minimizzare l’effetto impattante delle opere di messa in sicurezza sugli ecosistemi in cui esse si inseriscono, rispettando al massimo le funzioni biologiche, la fauna e la flora presenti e, contestualmente, i valori paesaggistici dell’ambiente fluviale, lacuale, vallino e litorale.

L’impiego delle tecniche naturalistiche si articola, distinguendosi in:

  • Tipologie di interventi semplici (semine, rivestimenti per inerbimento, piantumazione)
  • Tipologie di interventi combinati (pannelli vivi, cunei filtranti, briglie in legname e pietrame, barriere vegetative anti rumore.)

prediligendo piante autoctone, abbinate ad altri materiali con finalità antierosive e di stabilizzazione del suolo”

 

In conclusione l’Autorità di Bacino Campania Sud, nella persona del suo commissario straordinario Stefano Sorvino auspica un sempre maggior utilizzo di tale tecniche per far si che le aree soggette a dissesto idrogeologico possano rivivere in modo naturale e non solo grazie alla cementificazione.