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Tra Guerriglia Gardening e Ingegneria Naturalistica

Oggi Roma si appresta ad ospitare il raduno nazionale di guerrilla gardening italiano

Con guerrilla gardening si intende una forma di giardinaggio politico, una forma di azione nonviolenta diretta, praticata soprattutto da gruppi ambientalisti. Questi movimenti sono solitamente legati alla permacultura o alle problematiche riguardanti i diritti della terra. Gli attivisti rilevano un pezzo di terra abbandonato, che non appartiene loro, per farci crescere piante o colture. Certi gruppi di guerrilla gardening compiono le loro azioni (attacchi) durante la notte, in relativa segretezza, per seminare e prendersi cura di un nuovo tappeto vegetale o tappeto fiorito. Altri lavorano più apertamente, cercando di coinvolgere le comunità locali. Si è sviluppato nella forma di attivismo pro-attivo o pro-attivismo.  Approfondisci

 

guerriglia-gardeningGuerrilla Gardening è un gruppo aperto a tutti, un gruppo di appassionati del verde che ha deciso di interagire positivamente con lo spazio urbano attraverso piccoli atti dimostrativi, quelli che gli attivisti chiamiamano “attacchi” verdi. Guerrilla Gardening si oppone attivamente al degrado urbano agendo contro l’incuria delle aree verdi. L’attività principale del gruppo è quella di rimodellare ed abbellire, con piante e fiori, le aiuole e le zone dimesse o dimenticate della città. Il movimento è nato in Italia nel 2006 grazie ad un gruppo di giovani milanesi, fondatori di GuerrillaGardening.it, che ancora oggi segue e consiglia i gruppi indipendenti sparsi in tutta Italia. La popolazione cittadina risponde bene, alcune aziende di giardinaggio aiutano questi attivisti con consigli e donando piante e materiali pro-causa, altri si limitano ad applaudire e ad apprezzare le azioni dei “guerriglieri”.

 

La guerriglia gardening è un nuovo modo per riappropriarsi degli spazzi cementificati delle nostre città. La natura e il suo parziale o totale riqualificazione sono alla base dell’ingegneria naturalistica per una gestione sostenibile dei dissesti idreogeologici.

 

L’avvocato Stefano Sorvino Commissario Straordinario dell’Autorità di Bacino Campania Sud nel libro Appunti da un’Autorità di Bacino espone bene le potenzialità dell’applicazione dell’ingegneria naturalistica per la gestione ed in alcuni casi la risoluzione di dissesti ideogeologici.

Il commissario dell’Autorità di Bacino scrive: “L’ingegneria naturalistica, come attualmente conosciuta e normata, è una disciplina tecnico-scientifica che prevede svariati ambiti di applicazione, con diverse categorie e tipologie di intervento, che spaziano dalla difesa del suolo alle bonifiche al recupero ambientale di cave e discariche; dalle infrastrutture di trasporto alla rinaturalizzazione in particolare nei parchi e nelle riserve naturali; dalle opere idrauliche alle componenti di valorizzazione ambientale a fini turistici, fino agli interventi di protezione civile…

…. Le metodologie naturalistiche devono essere privilegiate nella progettazione degli interventi per il loro minore impatto ambientale e per l’assenza di effetti invasivi rispetto a quelli delle opere tradizionali in muratura e calcestruzzo. Le possibilità di impiego di tali tecniche non sono illimitate rispetto alle molteplici fattispecie progettuali, in quanto gli interventi di ingegneria leggera non sempre risultano utilizzabili per risolvere i problemi di carattere strutturale. Queste modalità di intervento “soft” perseguono l’obbiettivo fondamentale di minimizzare l’effetto impattante delle opere di messa in sicurezza sugli ecosistemi in cui esse si inseriscono, rispettando al massimo le funzioni biologiche, la fauna e la flora presenti e, contestualmente, i valori paesaggistici dell’ambiente fluviale, lacuale, vallino e litorale.

L’impiego delle tecniche naturalistiche si articola, distinguendosi in:

  • Tipologie di interventi semplici (semine, rivestimenti per inerbimento, piantumazione)
  • Tipologie di interventi combinati (pannelli vivi, cunei filtranti, briglie in legname e pietrame, barriere vegetative anti rumore.)

prediligendo piante autoctone, abbinate ad altri materiali con finalità antierosive e di stabilizzazione del suolo”

 

In conclusione l’Autorità di Bacino Campania Sud, nella persona del suo commissario straordinario Stefano Sorvino auspica un sempre maggior utilizzo di tale tecniche per far si che le aree soggette a dissesto idrogeologico possano rivivere in modo naturale e non solo grazie alla cementificazione.